26/02/13

COSE DA NON DIRE, PENSIERI DA NON FARE

Cinque (+ 1) regole di gestione dell'emergenza post elettorale. 


1)  Divieto di dare dei cretini agli italiani che non ci hanno votato (e neppure mafiosi,  egoisti, corrotti, ecc … ).


Perché anche se fosse vero, lo dovevamo sapere, li dovevamo gestire, li dovevamo guidare. Se fai attraversare la strada ad un cieco e ti investono, di chi è la colpa?
Se non siamo capaci di interpretare un elettorato che riteniamo tanto imbecille (io no, cmq ..), viene da chiedersi chi è, l’imbecille. E dopo vent’anni farsi sorprendere da B. e prendersela con i suoi elettori, proprio no. La costruzione del “nemico interno” lasciamola ad altri, se no perdiamo anche la faccia, come se non bastasse.

2) Divieto di pensare che s’è perso per eccesso di "serietà".
Lo penso da tempo, lo posso dire adesso: incarnare la parte della gente “perbene” è una cagata pazzesca. Quello è un prerequisito necessario, un nostro carattere distintivo di cui andare molto orgogliosi, ma non è sufficiente. Ci volevano più idee, più proposteconcrete e, insieme, più visioni che allargassero le menti e il cuore. Non c’erano, e  non era una semplice dimenticanza. E quando c'erano, non si sono ascoltate. Certo era più comodo mettersi sulla riva, seduti ad aspettare. Solo che invece che il morto è passata la grande occasione e non l’abbiamo acchiappata.

3) Divieto di dare la colpa alla campagna elettorale. 
Ok, la campagna elettorale ha fatto pena: promesse irresponsabili, slogan qualunquisti, personalità schizofreniche, overdose televisiva.  Ancora non lo capiamo, che le campagne elettorali sono scorrette, cattive e grondanti “sangue”. E dire che bastava vedersi, un paio di film, che so "Le idi di marzo" e "Lincoln" e il gioco era fatto. E, attenzione, le balle e le promesse elettorali per me sono legittime in democrazia, sin dai tempi dei sofisti. Quindi smettiamola di fare della morale a casaccio.Grillo ci ha pure tolto l’alibi ricorrente del caimano che opprime il paese controllando giornali e televisione.

4)  Divieto di nominare la parola “responsabilità”. Responsabilità come riconoscimento di errori e conseguenti dimissioni, per chi lo ritiene, mi sta bene. Responsabilità come obbligo di governare nonostante tutto e a qualsiasi costo, no. Gli italiani non ci hanno voluto, mi sembra chiaro. Quindi si fanno poche cose e si torna alle urne. Fosse per me, l'incarico di governo lo rimetterei nelle mani del Movimento Cinque Stelle. Proporrei un governo a guida Grillo che faccia da garante alle poche e necessarie riforme, con l'appoggio del PD e Monti. Non il contrario. Le elezioni noi, di fatto, le abbiamo perse.

5) Divieto di pensare che la sinistra italiana possa governare. Gli italiani sono sinistrofobici. Così è, per motivi storici e antropologici, quando si tratta delle elezioni politiche. L’unico che ha infranto la regola era Prodi, che era travestito da democristiano (era molto meglio, ma parlo della percezione). Le soluzioni: o fai la sinistra di minoranza (nobile e politicamente rilevante, come è stata per molti decenni) oppure fai il liberal progressista. Non lo so se basta, ma almeno ci provi, presentandoti in modo finalmente diverso. Dire che in Italia la sinistra vince solo l’appoggio dei sindacati e dell’appoggio unanime dei dipendenti della pubblica amministrazione è come sostenere che il sole gira intorno alla terra: sembra vero, ma è smentito sempre dai fatti.

Ps.
6)      Divieto di dire che si vinceva con Renzi. Primo perché se siamo in un partito democratico e se amiamo le primarie, le rispettiamo. Secondo perché non ha senso pensare al passato: c’è da augurarsi che Renzi possa ancora servire per il futuro e che ormai non si sia fatta troppa terra bruciata, intorno a lui e al PD. Detto da uno che Renzi l’ha sostenuto e che crede in quel progetto alternativo di partito. E che pensa che Bersani sia un uomo serio e in gamba. 

21/02/13

Ragazzo, non sparare sulla democrazia!

Prima di sparare, aspetta. Fermati cinque minuti, ne vale la pena. Te lo dice uno che ama la tua energia, la tua voglia di ribellione, il tuo istinto rock. Te lo dice, anche, uno che per te si è battuto sempre ed è diventato vecchio a forza di parlare di gioventù. Uno che è passato in mezzo alla disillusione, alla noia, alla frustrazione. Aspetta dunque, perché pensare è bello. Riflettere fa cambiare la forma delle cose, rende la vita più ricca e intensa.
Fermati per un istante a riflettere su cos'è realmente una democrazia. Sulla sua forza fragile e coraggiosa. La democrazia che ti permette di scegliere da chi essere governato. La democrazia è tanto coraggiosa da tollerare al proprio interno i suoi nemici. Gli impostori, che fingono di volere il bene comune e agiscono solo per sé. I predicatori, che fingono di poter risolvere problemi complessi e difficili con lo schioccare delle mani.  Gli untori, che individuano i capri espiatori responsabili di ogni problema. Non premere il grilletto contro la democrazia, non votare questi personaggi.
Prima di sparare, riprendi in mano un libro di storia. Pensa a quanto è peggiorato, in termini culturali, economici, morali, il nostro paese negli ultimi vent'anni. Pensa da chi è stato governato. Chiediti se quell'uomo ha mai fatto qualcosa per te, per la tua mancanza di lavoro, per il precariato, per darti un futuro migliore. Pensa che fine hanno fatto quelli che fingevano di rappresentare la protesta, che dicevano di essere diversi, che millantavano di sostenere d'essere dalla parte del popolo. Pensa a come hanno agito, alla corruzione nelle loro fila, a come hanno ridotto la sfera della tua libertà e dei tuoi diritti. Non premere il grilletto contro la democrazia, non votare chi ti illude con queste promesse. 
Prima di sparare, dai un'occhiata al futuro. Tu lo puoi vedere meglio di chiunque altro. Chiediti se davvero chi parla di dare il potere ai cittadini è intenzionato a farlo, o se vuole fare tutto da solo, con l'appoggio del guru. Chiediti se per governare basta essere persone "normali" o se non serve almeno qualche competenza. Chiediti se li conosci, quelli che stai per votare. Chiediti come sono stati scelti, quelli che andranno in parlamento. Chiediti, ancora, che idee hanno, se si può essere contemporaneamente di destra e di sinistra, contro lo Stato ma a favore della nazionalizzazione, contro i magistrati ma a favore dei processi, per il reddito di cittadinanza e per l'abbattimento della spesa pubblica. Non agire d'istinto. Pensa. Non premere il grilletto contro la democrazia, non votare chi ti promette tutto e il suo contrario. 
Ragazzo, amico mio. Siamo arrivati al dunque. Non c'è scampo. La democrazia è fatica, è un affare complesso. La democrazia non esiste senza chiaroscuro, senza tensioni, senza mediazioni. La democrazia non è rivoluzione e neppure eterna conservazione. E' una macchina ad andamento lento, progressivo. E' vero, però, che ha bisogno di energia. Quella la devi dare tu, ma per spingerla avanti, non per demolirla. Devi aiutare chi faticosamente l'ha difesa in questi anni, anche sbagliando, anche arrancando. Chi ne ha fatto la propria bandiera, chi ha rispettato la costituzione, chi si è dato delle regole per allargare la partecipazione, chi  ha parlato al plurale e non al singolare, chi ha accettato di mettersi in discussione, chi rinnova il 70% dei propri parlamentari. 
L'avrai capito io #votopd. Spero voglia anche tu fare così, perché la mia generazione è la tua generazione.  





19/02/13

Epistolelettorali - cari fratelli nordici

Brutta bestia, l'intransigenza Se ti si appicca addosso è dura da scrostare. Per questo, più di tutti, non vedi l'ora che finisca, la campagna elettorale. Di natura, amavi il semplice, pochi pensieri e azioni lineari. Pensiero-azione, senza sdegnare anche l'inversione.
Ora sei confuso, terribilmente. Eri un nostalgico, amavi i miti, le leggende. Ti tocca sorbirti le start up e il futuro, senza sapere dove ti vogliono portate.
Questo mal di testa che ti perseguita, ti va girare non poco le palle. Perché già avevi sopportato per anni un pensiero che ti sembrava pura tattica democristiana e però aveva un suo fondamento. Inghiottire, sopportare l'alleato impresentabile pur di raggiungere il traguardo. Come se non fosse bastato, pure gli scandali hai dovuto inghiottire, arrivando pure a fare il verso alla magistratura inquirente e salvare in parlamento proprio il genere di gente che vorresti strapazzare.
La tua amata Lombardia, poi, ti ha dato proprio il tormento. Vedevi i sorci verdi, a sostenere il Celeste. Poi gli scandali si sono pure presi la tua casa. Si sono infilati dentro, risalendo fino ai piani alti. Che tormento! Tu, duro e puro, hai visto i miti rivoltati come un calzino.
Per pochi mesi, hai sognato che l'emicrania fosse passata. Tutto semplice, di nuovo, lineare. Il nord, la lotta alle tasse, l'opposizione alla destra come alla sinistra. Sentivi l'aria nuova e buona. Dicevi, lo ricordo, meglio pochi ma buoni.
Invece no, il virus Macchiavelli si è di nuovo infiltrato tra le fila. Facciamo l'accordo con "quello", di nuovo, per ottenere questo e quello. Sputato uguale, come da vent'anni. E di nuovo "quello" ti parla di condono. E il sud, che torna a darti il tormento, con il suo peso elettorale.
Per consolarti, posso dirti che non sei obbligato a rivotare. Che puoi dare ragione alla tua "intransigenza". Puoi lasciare la casacca e fare un'altra di scelta. Certo so che non andrai mai dal milanese. Neppure dal montiano, che pensi voglia solo mettere altre tasse. Resta il grillo, nella tua testa, ma pensaci bene, è solo la tua copia con meno di venti anni e senza un progetto pensato per il nord. Stai a casa, allora. O forse, pensaci su, un passaggio sull'altra sponda, ci potrebbe stare. In termini di serietà e coerenza, non cascheresti male.



18/02/13

Concessionario Cinque stelle





-          Ciao caro, tutto bene?   Non hai detto una parola da quando siamo a tavola.
-          Si, sto solo ripensando alla proposta che mi ha fatto il concessionario.  Peccato che non abbia i deplian illustrativi..
-          Dove li hai lasciati?
-          Ma no, non me li dati, la loro politica è di non spendere in pubblicità. Perché, dice,  le grandi multinazionali la pubblicità la fanno pagare ai clienti.
-          Già. Però conoscere che cosa stai per comprare non sarebbe stato male. Puoi spiegarmela tu, questa macchina?
-          E che ne so, scusa? E’ un  prototipo e non ci sono ancora i modelli!
-          Quindi? Come facciamo a sapere di che si tratta?
-          Me l’ha spiegata il rivenditore, a parole. E’ un progetto innovativo, una macchina che non usa i combustibili tradizionali, ma nemmeno energia elettrica o idrogeno. Quelli sono tutti prodotti inquinanti o pericolosi, roba che si sono inventate le multinazionali del petrolio e delle auto. Il concessionario dice che la sua macchina va ad aria. Pulita al 100%, grazie al chip 37.7 prodotto un’azienda lappone.
-           A me sembra così strano… Tu l’hai vista in funzione?
-          No, perché il concessionario mi ha spiegato che prima dobbiamo comprarla in tanti, poi la costruiscono. Dobbiamo diventare azionisti, per permettere un cambiamento radicale nel mondo,  contro le multinazionali, per un mondo migliore!!
-          Oh, tesoro, calma, sembri invasato. Ragioniamo. Sai almeno quanto ti costa?
-          La cifra, lui, non la vuole dire. Si arrabbia se la chiedi. Dice che prima ci dobbiamo convincere, poi la cifra verrà da se.
-          A parte il prezzo, almeno qualcosa su dimensioni, confort, optional?
-          Ah guarda, la dimensione è variabile. Anche se lui dice che ci hanno abituati a sprecare le risorse del pianeta . Comunque dice che a noi darebbe una macchina a due posti.
-          Due posti? Ma se noi siamo in quattro.
-           Ma scusa, useremo i  mezzi pubblici! Ora non ci sono, ma nel prossimo futuro ci saranno,  perché adotteranno questa tecnologia ad aria, fottendo queste multinazionali dell’auto!
-          Vediamo se ho capito: noi adesso abbiamo due macchine e due figli e siamo sempre in giro per portali a scuola, in palestra, per andare al lavoro. E da domani, niente, una macchina due posti e ci arrangiamo?
-          Tesoro, anch’io sai ho risposto così. E lui, con veemenza, mi ha detto che se ci fosse il telelavoro non dovremmo spostarci e che se ci fosse la formazione a distanza i nostri figli non dovrebbero spostarsi e che se ci fosse l’agricoltura a km zero le merci non dovrebbero spostarsi….
-          E se ci fosse anche l’unicorno saremmo in una favola. Ma non c’è! Quindi?
-          Quindi è colpa dei politici corrotti se non ci sono queste cose, così mi ha spiegato il profeta, cioè il concessionario. Per cui ora aderiamo al “Progetto” per cacciare i politici ladri e corrotti e dopo pensiamo alla nostra macchina…
-          E noi fino a che non arriva questo messia, come ci muoviamo?
-          Lui mi ha proposto due mezzi rivoluzionari, ad impatto e consumi zero e per giunta salutari. Una cosa nuova, come una bici che però non è una bici…
-          O è una bici o non lo è!
-          Si, è una bici. Però ha tre ruote. E’ un progetto che ha brevettato un tecnico ungro -finnico della Ford, che però hanno licenziato perché  avrebbe mandato in rovina le industrie automobilistiche.  Pensa che gli hanno offerto un milione di euro per il silenzio. Ma lui l’ha messo a disposizione di tutti, sulla rete, gratuitamente.….E tutti i cittadini possono andare in rete e imparare a costruirsi una “tre ruote”. Considera che ha una stabilità incredibile e che può essere usata anche d’inverno… Ma dove vai? Vieni qui che ti spiego…
-          Guarda un po’ qui … Che ci vedi??
-          Che ci vedo…Ci vedo il triciclo dei nostri figli .. Che vuoi che ci veda…….Oh mio Dio! Un triciclo… Ecco cos’era…Amore….
-          Amore cosa?
-          Amore, scusa.. ecco perché avevo quei dubbi….Meno male che m’era rimasto ancora un po’ di sale in zucca…Con tutte quelle parole il concessionario mi aveva stordito sai?
-          Eh se lo so, amore, lo so eccome. Dai, vieni qui, bacino. Ecco…Però amore, sai che abbiamo ancora un problema….
-          E cioè??
-          Cioè che non abbiamo ancora trovato la macchina, e per il 24 febbraio, ci serve…..